La prima partita casalinga dopo la decisione di Kakà di restare al Milan è l’occasione giusta per ringraziare il giocatore e anche la società per il “nobile gesto”: cori per Kakà ed un lungo striscione sulla balaustra del secondo anello arancio, più altri disseminati qua e là. Come previsto non c’è il pubblico delle grandi occasioni, nonostante questo Milan-Genoa sia una sorta di scontro diretto fra la terza e la quarta della classifica: si gioca di mercoledì sera a fine gennaio, il settore ospiti è chiuso ed è stata imposta qualche limitazione alla vendita dei biglietti e per questo gli spalti mostrano parecchi vuoti.
Ancelotti conferma la squadra di Bologna con l’unica eccezione del rientro di Jankulovski a sinistra; il sacrificato è Senderos, con Favalli che torna al centro della difesa accanto a capitan Maldini; a proposito di sacrificati, per la terza volta consecutiva Ronaldinho è costretto a sedersi in panchina, ma viene rincuorato dai tifosi, che intonano il coro a lui dedicato durante il riscaldamento, al quale ovviamente Dinho non partecipa, limitandosi a palleggiare nella zona della metà campo. Confermatissimo titolare, invece, Beckham, reduce dal suo primo gol in maglia rossonera, realizzato a Bologna e che vuole continuare a stupire, a maggior ragione questa sera in cui il commissario tecnico della sua nazionale lo ammira dal vivo.
Ed è proprio Beckham ad infiammare subito gli infreddoliti tifosi rossoneri: dopo venti secondi sfrutta un errore difensivo del Genoa e tenta di sorprendere Rubinho con un tiro dalla distanza forte e angolato, ma il portiere respinge la conclusione. Il primo tempo è un autentico “Beckham show” in cui il giocatore inglese mostra tutte le doti che l’hanno reso uno dei calciatori più forti del mondo: lanci, passaggi corti, cambi di gioco, cross…il pubblico ammira e applaude, i compagni (Kakà, Pato, Seedorf e Ambrosini) potrebbero beneficiare di tanta manna piovuta dal cielo nel vero senso della parola, ma non sfruttano a dovere le occasioni nate dal piede fatato di Beckham e il risultato non si sblocca. Nel frattempo anche Pato diverte il pubblico con numeri da giocoliere che fanno ammattire gli avversari, costringendoli spesso al fallo e il papero prova anche la spettacolare rovesciata volante, ma sbaglia la mira. Pirlo non vuole essere da meno dell’illustre collega inglese e colpisce l’incrocio dei pali con una punizione magistrale e ciò dovrebbe far intuire che questa sera la dea bendata non ha un occhio di riguardo per i rossoneri. Il Genoa è in soggezione e va in difficoltà, perchè il Milan è alto e veloce e non permette agli avversari di rifiatare e ripartire in contropiede, così che l’unico pericolo corso nelle prima parte del tempo viene da un colpo di testa di Thiago Motta. Beckham dimostra di poter essere all’occorrenza anche un egregio sostituto di Gattuso e ringhia sulle caviglie di un avversario meritandosi l’ammonizione per una dura entrata, ma poi torna a fare ciò che gli riesce meglio, cioè incantare con il suo magico destro e sblocca il risultato con una splendida punizione tagliata dal lato sinistro dell’area che sorprende Rubinho e non gli dà scampo. Il boato di San Siro saluta il primo bellissimo gol “casalingo” dello “Spice boy” e il Milan è meritatamente in vantaggio dopo più di mezz’ora. Non contento, Beckham recapita un altro pallone telecomandato sulla testa di Pato che, però, non lo sfrutta a dovere. La sfida prosegue a colpi di calci di punizione: quello di Thiago Motta mette i brividi ma Abbiati è attento e blocca sul suo palo; quello di Pirlo nel finale di tempo ci fa imprecare, perchè ancora una volta va a stamparsi sulla traversa e nega il raddoppio al Milan che, comunque, va al riposo in vantaggio, anche se fondamentalmente si è reso pericoloso solo con i calci piazzati.
Purtroppo nella ripresa il Milan cala vistosamente ed è il Genoa a fare la partita, anche se non riesce a rendersi veramente pericoloso per molti minuti. Kakà è giù di tono rispetto alle ultime prestazioni e non incide sull’andamento della sfida; Beckham è stanco e condizionato da un problema muscolare; Seedorf si accende ad intermittenza; Pato sfodera un altro numero da applausi ma in pratica non tira mai in porta; insomma il Milan spumeggiante e spettacolare del primo tempo è rimasto negli spogliatoi e al suo posto è entrata una squadra barcollante e tremebonda che non riesce più a imporre il suo ritmo e il suo gioco ma si limita a difendere il prezioso vantaggio, arretrando sempre di più il baricentro. Ancelotti sostituisce Beckham con il più “concreto” Flamini e ci può stare, perchè dare più solidità al centrocampo può essere saggio e condivisibile; sono le successive sostituzioni che lasciano perplesso il popolo rossonero: Ronaldinho entra al posto di Pato, proprio quando servirebbe una punta che dia profondità al gioco e permetta alla difesa di respirare e di cavarsela anche con qualche rinvio lungo e, infatti, il pubblico non gradisce e disapprova; ma il “capolavoro” deve ancora arrivare ed è la sostituzione di Seedorf con Senderos e conseguente rimpasto della difesa, con Favalli che va a sinistra e Jankulovski che avanza a centrocampo; a parte il fatto che molti avrebbero tolto Seedorf al momento dell’entrata in campo di Ronaldinho, ma poi è oltremodo rischioso lasciare la squadra senza punte e senza sostituzioni con il punteggio ancora in bilico e non al sicuro. Nella serata dei calci di punizione, Ronaldinho prova a riscattarsi e a lasciare la sua prestigiosa firma nel tabellino dei marcatori, ma il suo tiro indirizzato sul secondo palo finisce fuori. Il finale è un autentico assedio del Genoa; Abbiati è bravissimo a deviare d’istinto un pericolosissimo colpo di testa da pochi passi di Milito, ovviamente lasciato libero di colpire dall’immobile retroguardia rossonera, che concede il bis a tre minuti dalla fine e questa volta l’errore è letale: tutti imbambolati ad ammirare il pallone che scavalca l’area e giunge a Palladino che lo rimette al centro; Biava prolunga di testa e Milito insacca da pochi passi il gol del pareggio. Dei difensori rossoneri nessuna traccia, perchè Senderos è in ritardo su Biava e Zambrotta non chiude su Milito e così al povero capitan Maldini, autore di una buona prova e di alcuni interventi miracolosi, non resta che disperarsi, perchè chi ha un’enorme esperienza come lui intuisce subito che questi sono punti letteralmente buttati via in un momento delicato del campionato. Ovviamente il Milan è troppo stanco e stordito per riuscire a reagire e riacciuffare in extremis una vittoria ormai sfuggita e così ai tifosi non resta che sfogarsi con i fischi, che dimostrano il disappunto di chi era giunto allo stadio fiducioso e torna a casa deluso.
Questo pareggio è un brutto colpo sulle ambizioni di scudetto del Milan: non si può ancora parlare di verdetti definitivi, ma è chiaro che otto punti sono tanti da recuperare e che è imperdonabile aver buttato via una vittoria in casa proprio quando si era finalmente tornati a vincere in trasferta. Dopo un ottimo primo tempo la squadra si è spenta, dimostrando ancora limiti di tenuta atletica, perchè sembra quasi che ad un certo punto si sia accesa la spia delle riserva e il motore del gioco rossonero si sia inceppato. Bisogna notare anche che nella prima parte dell’incontro i rossoneri hanno certamente giocato bene, ma i pericoli per la porta del Genoa sono arrivati solo su calcio piazzato, a dimostrazione che c’è comunque ancora qualche difficoltà a bucare le difese arcigne e arroccate; una volta sbloccato il risultato, bisognava insistere e chiudere la partita, invece si è commesso ancora una volta l’errore di arretrare a difesa del vantaggio e l’errore è stato pagato a caro prezzo. Ora bisogna cercare di smaltire la delusione in fretta perchè la stagione continua a ritmo intensissimo ed è giusto provarci fino alla fine e non mollare sul più bello, ma è chiaro che un po’ di amaro in bocca resta inevitabilmente quando vedi in campo una squadra a due volti, che domina la situazione all’inizio, poi si spegne come un fiammifero ormai consumato e si fa raggiungere a pochi minuti dal termine dell’incontro. Poteva essere una bella serata e invece siamo qui a rimpiangere ciò che non è stato e speriamo che gli errori commessi da giocatori e tecnico non vengano pagati a caro prezzo, perchè quelli lasciati per strada questa sera sembrano davvero punti pesanti come macigni!